lunedì 5 novembre 2018

Florence Castle presenta... "Peacewalker e Archangel, finalmente sposi!"


Vi è mai capitato, a fiaba finita, di chiedervi: "E poi? Cosa succede dopo ai personaggi della fiaba?". Ebbene, anche a fiaba finita c'è sempre la possibilità di un "dopo" e, come abbiamo già spiegato altrove, quella tra la Shepard femminile e Garrus può essere interpretata come una fiaba a lieto fine, proprio come quelle firmate Disney che tutti noi, da piccoli, abbiamo imparato a conoscere e amare... e ancor di più se la "Shepard" in questione è quella personalizzata di Florence Castle: Paige W. Shepard!
In effetti, moltissime fan della saga (e soprattutto tutte quelle del celebre cecchino Turian della Normandy) sono rimaste a bocca asciutta per non aver avuto la possibilità di rivedere le loro amate eroine ricongiungersi con il loro interesse romantico preferito alla fine di MASS EFFECT 3, nel caso in cui Shepard fosse sopravvissuta alla Guerra dei Razziatori. Non le ha consolate neanche il fatto che la stessa BioWare, in un articolo del 2012, abbia ammesso che Shepard e il/la suo/a partner sarebbero di fatto tornati insieme dopo la guerra. Qual è, allora, la soluzione? Provare a scrivere di proprio pugno un "dopo", anche al costo di far arrabbiare chi non apprezza appieno la sotto-trama romantica prescelta di questo o di quell'altro fan. Florence Castle aveva già provato a immaginare cosa accade dopo MASS EFFECT 3 nel suo Aftermath, ma pare che qualche fan femminile del gioco o della "coppia Shakarian" in particolare sarebbe più che felice se anche la Castle si domandasse: "Ma se i Razziatori sono stati sconfitti, che ne sarà di Shep e Garrus?". La risposta è racchiusa in questa tenera e divertente storia che state per leggere.
Si sa, come le storie che raccontano le origini di un protagonista, le morti e le relative resurrezioni, quello del matrimonio è indubbiamente un classico: tutti abbiamo sognato di vedere il nostro eroe preferito portare all'altare la sua dolce metà, cosa naturale in un mondo in cui i paladini del bene si sono sempre distinti per la loro umanità. Anche i videogiochi hanno giocato su questa congettura, BioWare compresa, ma finora l'unica unione che conosciamo tratta da uno dei suoi titoli è quella tra la Custode e Alistair in DRAGON AGE: Origins (2009), a patto che l'eroina sia un'umana nobile e abbia abbastanza persuasione per tale richiesta durante l'Incontro dei Popoli, ancora meglio se lei condivide una relazione con l'interessato di cui sopra. Al pari della vita reale, però, l'amore non sempre è eterno; per i supereroi forse è ancora peggio considerando che tra morti premature, guerre, interventi di forze demoniache e calamità simili, anche nel mondo della BioWare è difficile mandare avanti un matrimonio... o quasi.
Peacewalker e Archangel, finalmente sposi! altro non è che un piccolo extra per coloro che desiderano vedere finalmente insieme Paige e la sua dolce metà dopo gli eventi di "Aftermath": nel complesso, si tratta del risultato tre mesi di ricerca allo scopo di setacciare nella rete solo i pezzi più preziosi da arricchire e perfezionare sotto l'occhio vigile della Castle senza mai cadere nella trappola del tema scritto da altri e spacciato per proprio semplicemente copia-incollando intere sequenze di testo
 - in particolare tre storie di matrice DeviantArt: The Big Day di taylorvasnormandyl'episodio in tre parti Union della serie "After the Reapers" di SpectresKnight la fanfiction Fix You di ephoni). Inoltre, a differenza dei racconti sopracitati, quello della Castle è ambientato dopo le vicende di "Aftermath" e si può interpretarlo come un prolungamento dello stesso, "vendibile a parte" per così dire. Noi ve lo proponiamo in anteprima solo per voi e per tutti gli amici della pagina Facebook Fangirlare ossessivamente sulle Romance BioWareBuon divertimento!



Peacewalker e Archangel, finalmente sposi!

Quella che sto per raccontarvi può essere vista come una fiaba moderna, poiché in parte lo è; e come tale, benché abbia un sapore fantascientifico, presenta lo stesso, famoso attacco. C'era una volta...
In una bella stanza, con pareti di metallo e plastica, la tiepida luce del mattino brillò oltre il vetro della finestra sul soffitto, fino a posarsi pigramente sul viso dell'altrettanto bella principessa che dormiva tra cuscini blu e soffici lenzuola bianche. Non era una principessa qualunque, sebbene il suo aspetto potesse dipingerla come tale, bensì una guerriera forte e potente ma anche molto dolce e premurosa - ebbene sì, costei non era altri che la comandante Paige W. Shepard, il primo Spettro umano che uccise tutti i Razziatori nella sanguinosa guerra del 2186, nonché colei che, dieci anni dopo, condannò l'ultimo sopravvissuto degli stessi al medesimo destino. Era anche nota come Peacewalker, colei che marciava per la pace, e per l'inconfondibile corazza rosa e bianca che la faceva assomigliare più a una bambola che a un soldato dell'Alleanza.
Quella mattina Paige non era sola nella sua stanza. Accanto a lei c'era una creatura meravigliosa, di sicuro aliena, tutta coperta di scaglie dure come le unghie umane e somigliante a un dinosauro, un po' a un felino e un po' ad un uccello. Terrificante e allo stesso tempo affascinante nella sua esoticità, la "Bestia" probabilmente era un maschio e ancora dormiva mentre, al contrario, la "Bella" Paige aprì pian piano gli occhi e si rizzò su a sedere, stiracchiandosi e svegliandosi a poco a poco. Conosceva bene quell'essere, anche se molti sarebbero scappati a gambe levate alla sola occhiata per quanto fosse mostruoso, ma Paige non aveva alcuna paura di lui: era il suo compagno d'armi, il suo migliore amico, il suo amato, il suo fidanzato... in breve, il guerriero Turian tutto d'un pezzo Garrus Vakarian! Vedere un signor alieno sonnecchiare in quel modo, col sorriso impresso tra le placche mandibolari che si muovevano al pari dei baffi dei gatti con tanto di fusa intermittenti, fece intenerire Paige al punto da svegliarlo nel modo meno traumatico possibile: gli accarezzò il lato del volto sfigurato dalle cicatrici, gli stampò un delicato bacio sulla fronte e, alla fine, anche Garrus tornò dal mondo dei sogni e diede il buongiorno alla realtà con un sonoro sbadiglio. Si sforzò di tenere aperti i suoi luccicanti occhioni azzurri, cosa non difficile se davanti al muso c'era l'umana della quale si era perdutamente innamorato, e poi ricambiò il bacio col quale Paige lo aveva riportato a terra, allungando una mano e facendo scorrere le dita tra i suoi lunghissimi capelli scuri: — Ti stavo aspettando, dolce arcangelo. - lo salutò l'umana - Dormito bene?
Inutile chiederlo, avendo per fidanzata una principessa più bella di qualunque umana o Turian avesse mai incontrato e mai avrebbe vinto una gara di questo genere, giacché per Paige non era importante l'aspetto esteriore ma quello interiore... ecco il segreto del loro legame pressoché perfetto! Intanto, i due tesorini si sedettero vicini e guardarono fuori dalla finestra per un po', sebbene quel cielo azzurro fosse solo una simulazione della Cittadella e la loro casetta fosse in realtà la stanza di Paige a bordo della Normandy. Un minuto di silenzio a osservare l'immenso azzurro sopra le loro teste, sospirando felici l'uno tra le braccia dell'altra: il tanto atteso grande giorno era finalmente arrivato! Eppure Garrus ebbe uno strano presentimento: — Ero pronto ad affrontare Saren, i Collettori e i Razziatori, ma mai avrei immaginato di essere pronto per... questo!
Ma se lui era nervoso, la sua ragazza era davvero emozionata all'idea di smettere almeno per un po' di essere un soldato e di comportarsi come una vera donna con i capelli al vento, i tacchi alti e tutto il resto... e chissà, magari un giorno avrebbe perfino indossato una gonna vera! Un delizioso bacio sulle labbra da parte di Garrus distolse Paige dalle sue fantasie, a ricordarle quanto fosse importante quella giornata: — E tu cosa fai ancora al letto? - lo rimproverò in tono scherzoso - A me piace tanto passare la mattina accoccolata a te, ma faresti meglio ad andare a farti bello. Sai che porta sfortuna sbirciare l'abito della sposa al giorno del suo matrimonio?
L'ormai ex paladino di Omega scoppiò a ridere, dopo aver appreso l'ennesima usanza umana a lui sconosciuta, poi aggiunse: — Una bella impresa, vorrà dire che dovrò scappare giù alle batterie.
Come ai vecchi tempi, pensò Paige, mentre lo osservava vestirsi normalmente (niente corazza questa volta!) e tirare fuori all'armadio un enorme borsone nero piuttosto pesante, domandandosi che cosa contenesse senza mai staccargli gli occhi di dosso. Nel contempo ripassò nella mente ciò che aveva fatto nella vita precedente e com'era finita a svegliarsi accanto a un Turian tutte le mattine.
L'intera galassia sapeva che Peacewalker e i suoi avevano sconfitto i Razziatori e, tempo dopo, un feroce tiranno Turian convinto che l'Araldo - cioè il capo delle suddette macchine infernali - fosse ancora vivo. Ma poi scoprirono, a torto, che il folle generale aveva ragione e la famosa comandante sarebbe sicuramente morta di nuovo se i suoi migliori amici non l'avessero liberata dall'indottrinamento quando l'Araldo l'aveva posseduta ai margini della battaglia finale a Manchester. Morto l'ultimo dei Razziatori, c'era ancora una questione aperta, che tutti i giornalisti desideravano sapere: tornare sulla Normandy alla ricerca di nuove avventure o l'agognata pensione? Paige aveva risposto a tale domanda scegliendo la seconda opzione, poiché aveva sempre sognato di vivere una "vita da civile" in compagnia dell'alleato Turian ormai divenuto il suo ragazzo. E poi, e non lo ammise davanti alla stampa, avere un lieto fine da "E vissero felici e contenti" con tanto di matrimonio, pensione e tanti teneri bimbi da tenere in braccio era il suo sogno fin dall'infanzia! Intanto il mondo natale dell'eroina in rosa ormai era quasi del tutto tornato alla normalità, ciononostante lei non si sentiva ancora al sicuro e aveva preferito restare a bordo della Normandy ancora per un po' di tempo. Altrettanto non si poteva dire per Garrus, poiché l'immagine della sua comandante sopraffatta dal controllo dell'Araldo non si affannava a svanire dalla sua memoria, ed era rimasto talmente sotto shock per aver usato la sua incredibile forza di volontà per riuscire a strapparla dal controllo del Razziatore, che scelse addirittura di passare dalle batterie agli alloggi di Paige, i quali da allora erano diventati quanto la sua stanza quanto quella dell'umana stessa - in pratica, era come se si fosse trasferito a casa sua, ma si trattava solo di una soluzione temporanea.
Prima di lasciarlo andare, però, Paige lo fermò: — Aspetta, ho una sorpresa per te. - e tirò fuori una scatola blu con un grosso fiocco bianco da sotto il letto. Il Turian la accettò volentieri e iniziò a spacchettare il regalo come un bimbo la mattina di Natale; via il fiocco, via il nastro, via la carta... e Garrus si illuminò di gioia nel vedere un fucile Black Widow nuovo fiammante, e per giunta era decorata con un piccolo cuore rosa sulla canna, come per ricordargli per cosa stesse combattendo! Garrus era davvero entusiasta del regalo, anzi era così contento che ringraziò l'umana con un enorme bacio sui suoi bei cuscini rosa delle labbra, a dimostrazione che il regalo gli era davvero piaciuto! Lei gli sorrise, gli accarezzò la cresta sul capo, e lo salutò sussurrando: — Ora prendi il tuo nuovo giocattolo e torna a casa. Anch'io devo farmi bella.
Quando infine il Turian uscì, Paige si ritrovò a dover darsi una bella ripulita da capo a piedi se voleva apparire presentabile anche al giorno più importante della sua vita. Anche quella proposta da cui tutto era iniziato era stata una sorpresa...

Paige stentava a credere a ciò che stava succedendo, vedendo dallo schermo di un computer la furia di Raysharper scatenare mutanti umani e non-umani alle porte di Manchester, la sua città natale. Un robot-ragno con i poteri dell'Araldo, un Razziatore! La comandante sentiva tutta la paura di coloro che non potrebbe salvare in tempo mentre caricava Ashley e IDA, entrambe armate di tutto punto, sulla navetta di Cortez e si apprestava a salire anche lei quando sentì una voce maschile chiamarla per nome. Si girò su se stessa e rabbrividì nel riconoscere Garrus con il Phaeston pronto a far fuoco: — Oh porca...! Che cosa ci fai qui?
— Stai per gettarti nel caos per il bene della galassia... di nuovo. - fu la risposta - Inoltre, ho combattuto con te fin dall'inizio; credi davvero che ti avrei permesso di andare a uccidere un mostro di sette metri da sola?
Certo che no. Paige sfoggiò un flebile sorriso, a conferma che il Turian suo interlocutore l'accompagnava sempre nelle missioni più pericolose, nonché voler morire insieme a lei in una grossa esplosione qualora la missione sarebbe sfociata in tragedia... ma trattandosi di loro due, le tragedie non avrebbero dovuto esistere! La loro storia era una favola a lieto fine, e tale sarebbe stata. Paige però, così immersa in queste fantasie, non si accorse che Garrus si stava infilando sulla navetta, dopo aver messo a riposo il fucile sulla schiena. Questa era l'ultima volta che si era lasciata distrarre, così si ricompose e tirò il Turian per un braccio, ruggendo a denti stretti, carica di rabbia: — Cosa diavolo stai facendo?
— Mi unirò alla donna che amo nel suo ultimo viaggio. - rispose il Turian sorridendo, notando nel contempo che Paige era sul punto di esplodere; anche la stretta al braccio si addolcì e entrambe le mani dell'umana ora si intrecciavano con le sue. Ma ecco che il dolce canto si spezzò in una richiesta disperata: — Fermati, per gli spiriti! - esclamò, infatti, Paige, con gli occhi lucidi - Non te lo permetterò! Quella è Manchester, la mia città!
Era già difficile mantenere un profilo formale nei suoi confronti, cercando di non mostrarsi smielati interagendo troppo spesso insieme. Purtroppo, in quella circostanza particolare il sentimento ebbe il sopravvento, davanti agli sguardi colmi di stupore del tenente Williams e di IDA. E così Garrus si ritrovò a racchiudere il viso di Paige tra le mani, commosso dall'espressione pietosa dell'umana, e tentò di rispondere nella maniera più pacata possibile: — Con tutto il rispetto, signora... non puoi fermarmi! Non c'è Shepard senza Vakarian, ricordi?
Fu allora che Paige mostrò ancora una volta il suo lato più fragile, ormai sopraffatta dalla paura di non farcela - lo si leggeva in volto, con grosse lacrime che le rigavano le guance, e Garrus non poté fare nient'altro che asciugarle con le dita. Egli ricordava quella terribile notte a Londra in cui si svolse la battaglia finale, l'unica occasione di dirsi addio... e una scena simile si ripeté in quel momento; così il Turian fu costretto a abbracciare strettamente la triste comandante e premere il suo volto contro quello di Paige per concentrare tutto l'amore che provava per lei in un bacio leggermente appassionato. Rimasero in quella posizione per diversi minuti prima di sciogliersi e lui la contemplò con aria affettuosa mentre gli accarezzava il lato sinistro del volto, il buonumore era tornato: — Ora, prima di andare, c'è una cosa che vorrei dire. - poi si schiarì la voce prima di continuare: — Aspettavo il momento giusto per darti questo, ma soltanto adesso mi accorgo che avrei dovuto farlo mesi fa...
A questo punto la donna e la robot nella navetta, che non era ancora partita, videro Garrus tirare fuori qualcosa da una tasca e subito dopo mettersi in ginocchio dinanzi alla comandante: cosa stava combinando questa volta? Non potevano sapere che stavano per assistere a una scena insolita, così come erano insolite le parole pronunciate dal loro amico alieno, palesemente emozionato: — Sarei onorato... di chiamarti...
Paige fissò per un attimo il piccolo oggetto luccicante che Garrus tratteneva tra le dita e finalmente capì: non era un ninnolo qualsiasi, ma un anello d'argento con incastonate una gemma rosa e una blu, montate insieme come fossero due spiriti intrecciati. Paige quasi non riusciva a trattenere il riso, mentre gli portava una mano perché le potesse infilare l'anello al dito: — So cosa vuoi dire, ma sono io che sarei onorata di chiamarti "mio sposo".
In pratica era una proposta di matrimonio, ma nel momento più buio. Una scena straziante che non poteva che rievocare quel momento terribile nel giorno della "morte" di Paige, dieci anni prima. Era già tutto finito e adesso la comandante doveva solo preparare le armi e salire sulla navetta in totale serenità, ora che sapeva per cosa stava lottando... e c'era una galassia da salvare, per la quarta volta!


L'occorrente per prepararsi era tutta sparsa per il letto ma Paige era sì emozionata ma anche molto nervosa, non solo perché un momento del genere lo sognava fin da bambina, oltre naturalmente al volo spaziale. Non sapeva praticamente nulla o quasi ed era sul punto di avere una crisi di nervi mentre rimuginava tra sé: «Forza, Peacewalker, puoi farcela... è la tua festa!». Una signora grande e grossa che se la stava facendo sotto per una cosa normalissima come il proprio matrimonio non era come piantare un proiettile in mezzo agli occhi di un predatore con gli scudi a cento metri, però quel giorno le garantiva parecchi vantaggi.
Dopo una doccia rinfrescante, corse a mirarsi allo specchio ad asciugarsi i capelli, perennemente carichi di boccoli e riccioli nonostante l'acqua e lo shampoo; presto quella cascata d'ebano sarebbe stata acconciata alla perfezione e abbellita con gioielli da un paio di mani esperte. Poi Paige non avrebbe mai e poi mai indossato gli abiti di tutti i giorni e, anzi, si sarebbe guadagnata il privilegio di indossare un bel vestito, i suoi piedini sottili avrebbero calzato delle incantevoli scarpe col tacco e, finalmente, avrebbe perfino portato in testa quel lungo velo da tempo desiderato da molte donne come lei... ah, sarebbe bellissimo apparire dinanzi al suo "dolce arcangelo" vestita elegantemente come una vera principessa! Poi il suo sguardo si fiondò sui due gioielli lasciati a riposare sul comodino, il famoso anello della proposta e la pietra Likuna portafortuna - due bellissimi ninnoli che Paige amava indossare! E pareva che la buona sorte l'avesse davvero baciata quando, nel frugare nell'armadio, notò un'enorme borsa come quella di Garrus, solo un po' più piccola e di colore bianco. Come diavolo era finita lì dentro? Cosa conteneva? Perché era così pesante? Questo si domandava l'umana mentre si sforzava di tirare fuori il tesoro e di posarlo sul letto, una volta rimesso in ordine il fantastico caos di prima mattina. Per precauzione provò a indagare: dalla forma bombata della borsa suppose che potesse contenere una pigna di vestiti nuovi, ma forse ce n'era uno solo, perché il contenitore era sottile... e non aiutava neanche la finestrella di plastica trasparente dell'angolo, attraverso la quale vedeva solo il fondo bianco. L'unica soluzione era aprire la borsa e toccare con mano il suo contenuto, il che non era facile per una sposina emozionata come lei. Alla fine fece un profondo respiro, raccolse tutto il suo coraggio e lentamente tirò giù la zip della borsa, trattenendo il fiato per l'emozione.
Quando infine ci riuscì... che meraviglia! La borsa conteneva effettivamente un vestito, in raso e seta, ma senz'altro il più bello che Paige avesse mai visto... e per giunta del suo colore preferito! Tuttavia, di primo acchito sembrava un costoso costume carnevalesco da principessa, ma in realtà era un abito da sposa molto particolare. Prima di tutto non era di fattura umana, altrimenti sarebbe stato bianco e provvisto di velo; poi scoprì che era uno di quelli tradizionali Turian, ma riadattato apposta perché potesse essere indossato da un'umana. Il rosa era il colore predominante, con una tinta più scura per il corpo principale e la lunga gonna munita di strascico e una più chiara, quasi pastello, per le soffici maniche a tre quarti... sembravano le ali di una farfalla, per quanto erano leggere, e l'apertura svasata era finemente ricamata con un enorme motivo a forma di rosa - dello stesso colore della gonna, anch'essa decorata con lo stesso disegno. La stoffa dell'abito, inoltre, era interamente ricamata in oro, sopratutto lungo i bordi, e dorata era perfino l'ampia fascia di transizione tra il busto e la gonna, accompagnata da un delizioso fiocco scarlatto che fungeva da cintura. L'abito in sé e il blocco di maniche-spalline-colletto erano collegati da un grosso anello e una catena di dischetti dorati che tintinnavano come una serie di campanellini... per non parlare della parte superiore, naturalmente ricamata in oro, la cui forma ricordava il collare cheratinoso dei Turian, seppur riprodotto in piccolo. Infine, tra gli accessori Paige adocchiò una splendida tiara dorata che assomigliava alle creste che adornavano le teste dei suddetti alieni e un lungo mantello bianco ricamato in oro e ancorato alle spalle, il cui cappuccio sbucava dal colletto del vestito. Non solo, attaccata alla sicura della zip della borsa, c'era un bigliettino con una scritta elegante che recitava: «Perché tu sia perfetta anche al giorno del tuo matrimonio. In bocca al lupo, Mamma».
Paige si ricordò di aver visto un abito simile dieci anni prima, in un negozio sulla Cittadella, ma non poteva permetterselo perché era troppo occupata a dare la caccia a una gemella malvagia; mai avrebbe immaginato che il contrammiraglio Jean Shepard, sua madre adottiva, sarebbe riuscita a procurarsene una copia perfetta e a misura di umano per sua figlia. Ora non le restava che indossarlo e farsi bella sotto la supervisione di sua madre, le care amiche Liara e Tali, e l'orfanella di Omega ora membro onorario della Normandy Lilith Blackwell. Da quel momento la stanza di Paige si trasformò nel camerino di una stella del cinema, nel quale sua madre e le amiche si affaccendavano a tirarla a lucido da capo a piedi. Liara le acconciò i capelli intrecciandoli fino a farli assomigliare ai caratteristici "tentacoli" delle teste delle Asari, fino a raccoglierli in uno stretto chignon, all'infuori del ciuffo rosa sul davanti, troppo corto per comprenderlo nella pettinatura, che finì per incorniciare il viso con una serie di morbide onde. Guardandosi allo specchio Paige aveva un aspetto incantevole, con gli occhi truccati di bianco quasi azzurro, le guance leggermente rosate e le labbra scarlatte come il fiocco dell'abito. Anche i gioielli fecero la loro comparsa, compresa la Likuna - l'unico tocco di blu in quel tripudio di rosa - e finalmente uno splendido paio di orecchini, ciascuno composto da tre perle bianche. Perfino le scarpe, un paio di sandali gentilmente prestati dalla signora Jean, si sposavano a pennello col candido colore del mantello, e i deliziosi lacci per indossarle erano dorati come i ricami... insomma, agli occhi delle amiche, Paige sembrava la sposa perfetta e forse anche la più bella che avessero mai visto... e probabilmente l'unica, dal momento che in vita loro non avevano mai visto spose degne di questo nome!
Mentre calcava il cappuccio sul capo, all'ex comandante Shepard vennero quasi le lacrime agli occhi man mano che si rimirava nello specchio improvvisato di Lilith: per la prima volta si sentiva una vera donna e non più un maschiaccio che si spaccava la schiena per tenere unita la galassia, e tra poco avrebbe incontrato la "Bestia" suo fidanzato, che per l'occasione sarebbe diventato un bellissimo principe.


Prima parte. La cerimonia e il ricevimento
Il Presidium addobbato a festa, con tutti quei nastri bianchi e rosa e le rose rosse negli angoli, era fantastico, eppure lo sposo se ne stava lì immobile a girare nervosamente i pollici dinanzi allo sguardo stoico di Cyrus, l'anziano Turian che avrebbe presidiato la cerimonia. Tutt'intorno si respirava un'atmosfera di gioia ora che le cicatrici della Sovereign e della terribile Guerra dei Razziatori erano completamente scomparse, ma questo non voleva dire che i cittadini erano al sicuro: l'area, infatti, era ipersorvegliata da guardie SSC e alcuni amici di Shepard - ecco che fine avevano fatto Zaeed e i due Krogan, Wrex e Grunt - che si erano offerti volontari come "guardie del corpo scelte della sposa", come aveva spiegato il capoclan di Tuchanka alle sentinelle all'ingresso. Laggiù non c'erano solo loro, era intervenuto perfino un pugno di giornalisti atti a registrare ogni minuto del grande evento; in particolare la signorina Diana Allers, reporter del programma Spazio di Guerra della RIA. Costei, prima di precipitarsi sul posto per le riprese, si era un pochino documentata sul fatto che sul finire degli anni '50 umani e Turian si scontrarono in un violento conflitto passato alla storia come "Guerra del Primo Contatto", così chiamata perché gli uomini incontrarono per la prima volta una specie extraterrestre, ma con esiti disastrosi. Da lì l'indifferenza tra le due fazioni crebbe in modo esponenziale, fino al giorno in cui i Razziatori assalirono la Via Lattea: solo l'intervento di Peacewalker fece sì che tutti - non solo umani e Turian - si riunissero sotto un'unica bandiera contro un nemico comune e che i sospetti degli uni nei confronti degli altri si affievolissero fino a sfociare in una sorta di amicizia inter-specie.
Sempre in un fascio di nervi, Garrus continuava a guardarsi intorno. Migliaia di persone si erano accomodate su due file in modo che lasciassero libero un corridoio come nelle chiese terrestri, e ai primi posti c'erano praticamente tutti i membri passati e presenti della Normandy: Joker e IDA, la specialista Traynor e il tenente Cortez... insomma, la banda al completo. Alcuni di loro, però, non erano seduti insieme al resto: Miranda, ad esempio, si sarebbe occupata della musica e per l'occasione aveva chiesto a sua sorella Oriana di accompagnarla col violino; la ladra Kasumi, invece, si muoveva come un esperto illusionista intenta a scattare chilometri di fotografie e a trovare la posizione migliore per filmare la cerimonia - sì, anche lei voleva conservare un ricordo di questa giornata indimenticabile, era il matrimonio della sua cara amica Paige, dopotutto. Gli astanti, intanto, parlottavano tra loro sottovoce, provando a immaginare che aspetto avesse la leggendaria comandante Shepard senza la corazza, oppure commentavano incuriositi quanto fosse emozionato lo sposo, aggiungendo perfino di non averlo mai visto così carino con quel bellissimo completo e - soprattutto - senza l'iconico visore... quanto avevano ragione!
In effetti, Garrus non era mica male vestito in quel modo, e doveva ringraziare Joker e Michael per averlo convinto a indossare un abito di fattura umana che si avvicinasse il più possibile all'idea di "principe del tiro a segno". Inizialmente il Turian pensava che fosse solo una battuta per fargli scrollare di dosso tutta quell'inutile agitazione, e invece la parte del "principe" era vera e i due burloni insistettero nel prendere alla lettera il significato del termine rifilandogli un abito che sembrava un incrocio tra uno smoking e un frac. La giacca era stupenda, blu come il cielo notturno e tutta ricamata d'argento, e la stoffa che la componeva era di quelle damascate - cioè lievemente in rilievo - e con incisi motivi floreali; il tutto impreziosito da un paio di gemelli luccicanti ai polsini e una rosa rossa all'occhiello, oltreché la fodera in velluto blu che sporgeva dall'interno delle code e le spalline che ricordavano quelle delle giacche indossate dagli ufficiali dell'Alleanza. Sotto faceva bella mostra di sé una, se si poteva definire tale, camicia bianca con un'ampia pettiera blu oceano ricamata in argento che correva fin su il colletto, e una fascia scarlatta in seta che gli avvolgeva i fianchi... e talmente stretta che gli provocava un certo fastidio! Ma doveva comunque resistere a strapparla di dosso se voleva apparire impeccabile agli occhi della sua amata eroina! Meno fastidiosi, invece, gli stivaletti blu e i pantaloni in tinta con la giacca, che insieme agli elegantissimi guanti in pelle bianchi lo facevano davvero assomigliare ad un principe delle fiabe umane - forse non era stato un errore seguire i consigli dei suoi amici fraterni, rimasti impressi nella mente dal giorno in cui l'aveva indossato la prima volta.
Ad un tratto, verso le dieci in punto, si udì un certo movimento dal fondo al corridoio di persone fino alle prime file; e quando Garrus scoprì l'origine di così tanto mormorare, ecco la bellissima Paige fare capolino da uno dei terrazzi superiori, a braccetto con sua madre e con un bouquet di rose stretto in una mano, quasi in contemporanea alle prime note dei violini delle sorelle Lawson. Il Turian l'osservava scendere le scale a bocca aperta, con un nodo in gola che gli impediva perfino di respirare, per quanto era bella - ma guarda, pensò tra sé, un abito tradizionale della mia specie indossato da un'umana! Il blocco, intanto, si trasformò presto in grosse lacrime di commozione che subito si sforzò di asciugarle, giacché si ritrovò dinanzi a lei accompagnata da sua madre, una volta al cospetto del cerimoniere. La signora Jean, infine, consegnò gentilmente la sposa nelle sue mani, il cui sguardo sembrava suggerirgli: «Ora è tua, ragazzo. Abbi cura di lei!». Garrus annuì, in modo impercettibile, mentre l'ammiraglio Shepard prese posto tra gli astanti.
Ormai era tutto pronto. Per qualche attimo la sala sprofondò nel silenzio; Miranda e Oriana avevano smesso di suonare mentre, nei loro rispettivi angoli, Diana e Kasumi iniziarono a filmare la scena: gli sposi, entrambi emozionati, che si scambiavano timide occhiate ai piedi di Cyrus. Solo avvicinandosi fino a tre passi di distanza si riusciva a sentire le loro voci, ridotte a flebili sussurri: — Ciao, caro.
— Ciao a te, sharim. - le rispose Garrus - Sei bellissima!
Col volto semicoperto dal cappuccio, Paige arrossì e sorrise allo stesso tempo, in risposta al complimento: — Oh, anche tu... - e lo squadrò dalla punta delle scarpe fino alla rosa rossa all'occhiello - Anche tu sei molto, molto carino!
Inutile dire che la tenera scena fu interrotta dall'anziano Turian, che chiese umilmente di prestare attenzione, ora che la cerimonia poteva finalmente cominciare: — Cari amici e parenti, siamo qui riuniti per celebrare l'Unione tra la comandante Paige W. Shepard e l'agente Garrus Vakarian. Quest'oggi siamo stati invitati a condividere ciò che li ha spinti a riunirsi qui e chiedono la vostra benedizione in questa gioiosa occasione; infatti, se la vita possiede un significato per noi tutti, questo risiede nell'amore, che arricchisce le nostre esperienze di vita. È il perno attorno al quale ruota la pace tanto in famiglia quanto negli abitanti della galassia. Un incontro tra due individui fatti l'uno per l'altra è già di per sé un bellissimo miracolo.
Mentre il cerimoniere parlava, Garrus osò buttare un occhio tra la folla e notò con stupore che nel mezzo c'erano anche suo padre e sua sorella minore Sol, seduti l'uno accanto all'altra, ma ancora non capiva che genere di cerimonia stesse assistendo. In realtà, e presto se ne sarebbe accorto, era tutta in salsa Turian fin dal vecchietto che gli parlava davanti, lo sguardo fiero fisso sulla folla: — Non siamo qui solo per celebrare l'amore fra Paige e Garrus, - proseguì Cyrus - ma anche per riunire parenti e amici per celebrare questo suddetto legame. Il frutto dell'amore che unisce questi giovani figlioli sboccerà e crescerà insieme a loro negli anni a venire. Basta uno schiocco di dita per dirsi «Ti amo», ma si può dimostrarlo solo vivendo. Questa cerimonia rappresenta un singolo passo in un'impresa più grande quale è l'amore tra due coniugi; di fatto, i voti che pronunceremo qui rafforzeranno significativamente la vostra Unione. Che possano vivere attraverso gli anni e alimentino le anime e le vite di ciascuno di voi.
Nessun umano prima di allora aveva partecipato ad un rito Turian, per questo Sol spiegò a bassissima voce il significato delle "benedizioni" ai suoi vicini di seduta, Joker e Lilith, anticipando però che potrebbero trovare familiari alcuni elementi, forse con la religione cristiana. Per i Turian, l'anima era forgiata dalla volontà divina e tale credo suddivideva le virtù dell'individuo nei quattro punti cardinali. In primo luogo i "doni dell'Est", ossia comprensione del proprio cuore, mente e corpo in favore allo sorgere del sole; poi seguivano i "doni del Sud", cioè il punto più alto possibile raggiunto da una stella durante la giornata, e quindi il calore tanto della propria casa e del proprio cuore quanto quello della passione e della luce nata per illuminare le ore più buie. I "doni dell'Ovest" erano stranamente associati all'acqua in tutte le sue forme: dalle profondità dei laghi alle emozioni dei fiumi, fino al rinfrescante candore della pioggia e alle insormontabili vastità del mare. Il Nord, il punto cardinale degli ultimi doni, è di solito rivolto a dove fa più freddo, ma per i Turian era collegato alla terra, ai ferrei principi su cui edificare, la fertilità dei campi su cui vivere e una casa stabile in cui poter far sempre ritorno: — Ora chiedo alla coppia di guardarsi negli occhi e di darsi la mano destra. - annunciò Cyrus a Paige e Garrus, in preparazione alla prossima fase del rito.
Ora che la coppia aveva accettato i doni precedentemente pronunciati, uno degli astanti si alzò e si diresse verso di loro recando in mano un nastro colorato che sarebbe stato legato attorno alle loro mani destre intrecciate. Prima toccava alla mamma di Paige, con un nastro color zaffiro, che per i Turian rappresentava la tristezza e il dolore: il fatto che fosse lei la detentrice del "voto del dolore" non era casuale, in quanto una dei pochi ad essere andato oltre il matrimonio e quindi in grado di comprendere il significato dell'equivalente dell'espressione "nella gioia e nel dolore". Curioso però che Cyrus non pretendesse che gli sposi non rispondessero con un sì o un no, e anzi sembravano che dicessero «Potrei, ma non per mia volontà», una grossa differenza dai riti umani a eccezion fatta della formula usata da Cyrus mentre legava stretto il nastro attorno alle mani: «E così sia». La prossima fu l'adorabile Tali e un nastro dorato, simbolo del fardello e la responsabilità; chi conosceva Paige era d'accordo nel riconoscere la giovane Quarian come una figura fraterna che le era rimasta accanto fin dall'inizio, per cui era naturale pensare che il fardello per un'umana così famosa e attaccata agli amici fosse la felicità e la buona salute in generale. Il "voto dei sogni" era rappresentato da un nastro color ametista, detenuto nientemeno che da Joker, la seconda figura fraterna più vicina alla comandante. Non così intimo come Tali, né da poter partecipare all'azione sul campo di battaglia, certo, ma tutti sapevano che senza di lui e le sue leggendarie abilità da pilota la Normandy non avrebbe mai sconfitto i Collettori e i Razziatori. Esaudire i desideri del proprio partner non sarebbe stato altrettanto facile, ma con questo voto e il relativo nodo avrebbe garantito una solida base da cui partire.
Dal quarto voto in poi la musica cambiò, così come il colore del prossimo nastro, il rubino, che si sposava bene col vestito di Miranda. Per i Turian e anche per gli umani questo era il colore associato all’aggressività e all’ira, ma anche alla ribellione: ecco perché la detentrice del quarto nastro era l’ex agente di Cerberus, alla cui organizzazione ha voltato le spalle e, dopo averne visto il vero volto, aveva scelto di seguire Paige. Sebbene tutti la vedessero come “una strega dal cuore di ghiaccio”, però, anche lei aveva dei sentimenti e come tale era una donna straordinariamente forte. L’ultimo dono, rappresentato da Lilith e Liara, ossia membri del gruppo solitamente associati alla guarigione, si potrebbe tradurre con l’espressione umana “nella salute e nella malattia”, con i voti sull’onore e il rispetto della coppia, nonché l’ultima linea di difesa e le mani esperte a curare ogni ferita e tenere unito il gruppo – per questo motivo il nastro era di un bel verde smeraldo, colore tipicamente positivo. Alla fine, Ser Cyrus tornò a parlare, dopo aver assicurato che i nastri erano tutti ben legati insieme: ― Questi nodi non sono formati da questa treccia, bensì dai voti appena pronunciati. Che scegliate o meno di scioglierla, saranno sempre le vostre mani a dirigere le redini della vostra Unione, rafforzandola o spezzandola. – detto questo, facendo attenzione a non intaccare la delicata pelle dell’umana, egli recise tutti i nastri con gli artigli, prima di lasciarli cadere a terra. Dopodiché rivolse due parole ai cosiddetti “spiriti dell’amore”, gli equivalenti Turian delle divinità che noi conosciamo: ― Possano Garrus e Paige coltivare il loro affetto, e che possano vivere desiderando di supportarsi sempre a vicenda nella buona sorte. Possano afforzarsi nella gioia e nel dolore ed essere complici nei momenti di silenzio. Che la loro casa sia un paradiso, e dovunque siano afflitti dall'ira del Fato, possano restare uniti non solo dalla forza delle parole ma dalla presenza reciproca nei loro cuori, dell’amore profondo che condividono. Nel nome degli Spiriti, siete ufficialmente compagni per la vita!
Che all’incirca voleva dire «Vi dichiaro marito e moglie!», ma in quel momento Joker si agitò un poco, non solo perché non aveva potuto assistere ad uno scambio degli anelli, ma anche di non aver visto uno straccio di bacio affinché questo matrimonio si potesse definire tale. Per fortuna non dovette attendere molto, fino a che vide i suoi amici, ora felicemente sposati, piegare la testa leggermente in avanti finché le loro fronti non si sfiorassero – così si baciavano i Turian, in fondo. Paige e Garrus rimasero in quella posizione per tre secondi, poi quest’ultimo ebbe un’idea: dal momento che la donna che aveva di fronte era un’umana, pensò bene di donarle qualcosa di familiare; per questo motivo, molto teneramente, le sollevò il mento al punto tale che il cappuccio del mantello le scivolò via dalla testa, e poi racchiuse il volto tra le mani prima di, tra lo stupore generale... di stamparle un dolcissimo bacio sulle labbra!
Solo per un secondo Paige sbarrò gli occhi, confusa, ma data la situazione non si trattenne più e gli buttò le braccia al collo, mentre dall’alto si scatenò una pioggia di petali rossi sotto le note incalzanti della folla che esplose in un festoso applauso. Alla fine, quando tutto si chetò, si udì solo la voce di Paige che sussurrò un “grazie” al suo amato, che a sua volta la ringraziò per lo splendido omaggio alla sua gente: ― Andiamo, ora. – aggiunse infine il Turian col sorriso sulle labbra – La notte è giovane e noi abbiamo appena iniziato. È il momento di festeggiare!
― Fammi strada, dolce arca... – si fermò Paige, prima di correggersi: ― Voglio dire, dolce maritino mio. – poi, dopo aver raccolto il bouquet, i neo-sposi attraversarono insieme il corridoio fino all’ingresso.

Nell’ex appartamento di Anderson, il concetto di “giorno” e “notte” era relativo, ma tutti erano d’accordo su un unico particolare: la festa di Paige e Garrus poteva iniziare da qui, e senza cloni malvagi o cattivi intergalattici da uccidere... solo loro due, gli amici della Normandy e parecchio caos da far star male anche un Krogan robusto! Ebbene sì, niente banchetti giganteschi questa volta, e il ricevimento era stato ridotto a una festicciola intima, limitata a una ventina di persone. Paige era fatta così, festaiola ma non casinara come sosteneva sempre Michael, ma non per questo mai rinunciare a quella voglia matta di ballare tra le braccia di Garrus. Eppure, mentre metà della compagnia si rilassava e l’altra metà si scatenava come se non ci fosse un domani, la bella sposa guardò oltre la grande finestra del soggiorno a sognare e sospirare. Garrus ormai era abituato a questo lato fragile di Paige, anche se era brava a nasconderlo. Ciò che egli aveva notato il primo giorno in cui l’aveva conosciuta era la sua aura di ferrea determinazione, e in tutta onestà la bella Peacewalker era indubbiamente la guerriera più forte in tutta la galassia e pure oltre! Ma ora che vestiva i panni della sposa, poteva solo immaginare quanto fosse adorabile.
Si avvicinò furtivamente a quella splendida creatura, alle spalle, avvolgendo le braccia attorno alla vita. Era risaputo che Paige piaceva tanto ballare, ma guai a proporle classici come un tango o addirittura un lento, e in quel caso aveva la grazia di un Elcor ubriaco. Ella allora distolse la mente dai suoi oscuri pensieri e si voltò verso di lui in un timido approccio, afferrandogli entrambe le mani con una delicatezza insospettabile. Poi il loro contatto si trasformò in un abbraccio, mentre in sottofondo si sentiva un bellissimo brano tratto da Armageddon, un vetusto film di genere fantastico degli umani; in un attimo i due iniziarono a volteggiare e dondolare leggiadri al ritmo della musica. Lì la maggior parte degli amici interruppero quello che stavano facendo e raggiunsero senza fretta il luogo d’origine del meraviglioso prodigio: ecco il principe e la principessa insieme in un ballo lento e romantico, pensarono i più sensibili, e perfino i burloni non osarono prenderli in giro né tantomeno spezzare quell’incantesimo... troppo bello per meritarsi una battuta! Perfino Garrus era sorpreso di notare che Paige era migliorata moltissimo nei movimenti e che aveva già iniziato a apprezzare i lenti, poco importava se lo stava facendo per lui... lei voleva solo godersi il momento e basta: ― E non sei neanche riuscita a pestarmi i piedi! – le sussurrò il Turian in un orecchio, in tono scherzoso.
― Ma a me piace ballare! – rispose lei.
― Certo, è questo il problema... – e prima che l’umana potesse aggiungere altro, lui si chinò in avanti per baciarla. Era il solito balletto che gli piaceva tanto – delle labbra soffici simili a cuscini contro le placche rigide come unghie umane, che si fondevano insieme in un tutt’uno. Così immerso in quel sogno, non si accorse che Paige aveva sciolto l’abbraccio e gli stava accarezzando il lato del volto sfigurato dalle cicatrici, ma non si fermò finché non aveva apprezzato fino in fondo il gesto.
Con o senza l’abito da sposa, tuttavia, quella creatura così tenera e soffice rimaneva bellissima e desiderabile. Non solo per un umano, anche se egli aveva trovato conferma del fatto che lei manteneva una certa femminilità pur essendo un soldato con gli attributi; inoltre, quegli occhi scuri da cerbiatto sarebbero rimasti impressi per sempre nella memoria, così come il suo modo di sorridere così perfetto... era come vedere l’alba per la prima volta. Ma ora la musica era finita, gli sposi si separarono ma rimasero uniti solo per le mani, scatenando l’applauso degli amici circostanti fino a quando si udì una voce maschile per molti sconosciuta... un Turian, a giudicare dall'effetto distorsione. Evidentemente non avevano ancora avvertito Grunt nel non giocare con la porta e col suo ritornello «Tu non entri», «Passa, mi piacciono le torte», e così via; non l'avevano però avvisato della natura dell'ospite fino a quando questi annunciò: ― Paige W. Shepard! Che gli spiriti ti concedano un avvenire migliore!
― Evviva Paige e Garrus! - lo seguì a ruota un'umana, nell'inconfondibile uniforme dell'Alleanza, mentre camminava verso Peacewalker.
I due tesorini tentarono di ricomporsi meglio che poterono, dinanzi all'inaspettata visita. Niente panico, erano solo rispettivamente il padre e la madre degli sposi, i quali sembravano molto entusiasti che i loro figlioli avessero deciso di realizzare il loro più grande sogno: ― Contrammiraglio Shepard! - esordì Garrus, rivolto alla signora Jean, un attimo prima di sfoggiare un goffo saluto militare - È stato un onore combattere al fianco di sua figlia, è il soldato più in gamba che io abbia mai incontrato.
Mentre parlava, il Turian aveva lo sguardo fisso su Paige, diventando improvvisamente paonazzo in volto appena lo rivolse verso l'umana dai capelli rosso fuoco. Ma quest'ultima ridacchiò leggermente: ― Non essere così formale, Garrus! Puoi chiamarmi "mamma", se vuoi. - poi, tornando seria: ― Comunque sì, Paige è certamente qualcosa...
Inutile dire che Jean era molto contenta di vedere che la sua, per così dire, "bambina" si sentiva a suo agio in compagnia del neo-marito Turian, lo si capiva dal modo in cui si scambiavano moine e occhiate dolci, ed era arrivato il momento per lei di mostrare un ninnolo che le permettesse di ricordare le sue origini e che ci sarebbe stata anche la protezione dell'unico genitore che aveva. Di cosa si trattasse Paige non osava immaginare, ma poi vide sua madre tirare fuori qualcosa dalla sua borsetta; era sul punto di fermarla quando le porse una foto che ritraeva sua madre da giovane in compagnia di un uomo della sua stessa età o quasi. Era già incorniciata e nella riga sottostante recitava: «Jean e Frank Shepard, gli angeli dell’Alleanza»... e in un attimo Paige si accorse che l’aspetto della donna nella foto sembrava rimasto inalterato nel corso degli anni; Garrus invece si limitò a contemplare la scena sospirando intenerito: ― Quando arriverà il momento, - spiegò Jean - porta questa foto con te e appendila alla parete, in modo che tu possa ricordare ogni giorno di avere una famiglia!
Paige si commosse parecchio per il bellissimo gesto di sua madre e non si trattenne più; con gli occhi umidi si precipitò da lei e l'abbracciò forte, per ringraziarla di tutto: ― Ora goditi la festa, anzi la tua festa. - le sussurrò in un orecchio - Te lo meriti.
― È forse un ordine? - protestò sua figlia con calma e col sorriso sulle labbra.
Peacy, hai fermato i Razziatori, al resto ci pensiamo noi. - poi rivolse l'attenzione a Garrus: ― Tratta con i guanti la mia ragazza. So che può cavarsela da sola in quanto biotica, ma un paio di braccia in più non fanno mai male.
L'altro sfoggiò di nuovo il saluto militare: ― Farò tutto il possibile per riportarla a casa sana e salva... mamma. - e invece di ricevere un aspro rimprovero per averla chiamata in quel modo, la sua manifestazione di altruismo venne ripagata con una leggera pacca sulla spalla. Non altrettanto felice fu l'anziano Turian che la precedette, che aveva osservato la scena con le braccia incrociate sul petto e lo sguardo accigliato che avrebbe incenerito chiunque. Sguardo che, per fortuna, si intiepidì alla vista di un'iconica umana, una leggenda, e forse la salvatrice di migliaia di esseri come lui... Ser Castis Vakarian, agente SSC in pensione e padre del più famoso guerriero Turian della Normandy. Inizialmente non avrebbe mai accettato un'umana come moglie per suo figlio, ma pare avesse cambiato registro dopo aver assistito alla collaborazione delle rispettive specie nella Guerra dei Razziatori, trasformando l'antica rivalità in un'amicizia fraterna. Il vecchio non era venuto solo per portare gli auguri ai neo-sposi ma anche per consegnare una specie di riconoscimento all'umana: ― Comandante Paige W. Shepard della Normandy. - cominciò - Per aver salvato la vita non solo di mio figlio e della mia famiglia, ma anche della mia gente, ti prego di accettare questo dono in nome di Palaven. - e questo dono consisteva nell'applicare sul volto dell'umana gli stessi tatuaggi blu di Garrus, facendola apparire un loro pari: ― Ti nomino Turian onoraria e membro del clan Vakarian. - aggiunse infine Castis, dopo aver risposto con cura il vasetto della vernice - Inoltre, sarò lieto di accoglierti a casa mia con il rispetto che meriti, e mi assicurerò che tu venga trattata come un'amica sul suolo Turian. Che gli spiriti ti arridano... Serah Vakarian.
Il che voleva dire che Paige potrebbe essere l'unica umana ad aver mai messo piede su Palaven in tempo di pace, dal momento che la sua specie era sempre stata malvista fin dai tempi della Guerra del Primo Contatto: ― Grazie, Castis. - era tutto ciò che poteva dire - Ne sono onorata.
Lo salutò con un elegante inchino, ma anche Garrus sembrava felice di rivedere l'anziano genitore e pareva che gli avesse mormorato: «Abbi cura di te, papà» leggermente emozionato. Per quanto fosse un pensiero a fil di voce, l'altro aveva sentito perfettamente e lo abbracciò forte: ― Anche tu, Garrus. E non cacciarti nei guai! - furono le sue ultime parole prima di congedarsi.
Quando infine la festa stava per finire e tutti gli invitati erano quasi al limite delle loro forze, l'ex paladino di Omega aveva un'ultima sorpresa per la sua signora ma promise di mostrargliela al momento opportuno. Prima infatti doveva portarla in un angolino tranquillo a osservare le stelle, forse una delle cose che adorava di più, e quale modo migliore per farlo se non portarla in braccio come le spose umane! Paige si ritrovò così a lasciarsi sollevare da terra e sperare che Garrus non la facesse cadere oppure, appena appartatisi, non tirasse fuori il discorso dell'"allungo" e della "flessibilità".
Per fortuna non era niente di tutto questo. Il cielo stellato era olografico, così come era finto lo scorrere dello stesso, ma nonostante tutto era più che sufficiente a vedere un bel sorriso sul volto di Paige: ― Ci sono perfino le stelle cadenti! - aggiunse, osservando una striscia luminosa apparire in un angolo e scemare in quello opposto. Non sciolse nemmeno l'abbraccio, poiché voleva ammirare insieme all'amato Turian la pioggia di scintille che luccicavano oltre la nebulosa.
― Mi sbaglio, - si incuriosì lui - o avevi detto che gli umani, quando vedono queste cose, esprimono un desiderio?
― Cosa dovrei desiderare, se ho già compiuto il mio dovere e ho sconfitto i Razziatori? E ci siamo perfino sposati! - ridacchiò Paige; poi il suo tono si addolcì: ― Forse non lo sai, Garrus, ma ho sempre voluto che i desideri si avverassero anche nella realtà, non solo nei sogni.
Lui sospirò e le sollevò leggermente il mento, guardandola dritta negli occhi: ― Allora rendiamo le cose un po' più semplici, qualcosa che potrebbe avverarsi se ci sforzassimo un po'... come una promessa.
― Non prometto mai se non sono sicura di poter mantenere la parola, perciò non aspettarti che io ti regali un bambino Turian-umano... i destro e i levo-amminoacidi non vanno molto d'accordo, sai?
Un'allegra risata, poi Garrus tornò a parlare: ― No, hai ragione. Dopotutto hai detto tu stessa che ne avremmo adottati un paio. Scherzi a parte, quello che intendevo dire è... se tu promettessi di restare con me fino alla fine del tempo.
Paige annuì e strinse le braccia attorno ai suoi fianchi. Anche con i tacchi alti riusciva a raggiungere il volto per un tenero bacio sulle labbra, sebbene i due avessero già affrontato l'argomento e avessero già giurato di vivere insieme. Ora li attendeva solo un roseo futuro, come l'abito della bellissima sposa umana nota come Peacewalker.

Seconda parte. Una nuova casa

La festa più bella che avesse mai partecipato. Questo pensava Paige mentre si sforzò di aprire gli occhi nel mezzo di uno sbadiglio, nel patetico tentativo di svegliarsi da una fiaba troppo bella per essere vera. Al suo fianco, per la prima volta, trovò uno spazio vuoto là dove di solito Garrus ronfava come un ghiro... che fosse davvero un sogno e tutto ciò che aveva vissuto fino ad allora era stato solo il frutto della sua immaginazione? Saltò giù dal letto, col cuore in gola, poi cercò dappertutto quegli occhi azzurri che tanto amava fino a quando si affacciò rassegnata ai finestroni del soggiorno ad ammirare l’alba, sperando di riuscire a svegliarsi davvero affogando il suo sguardo in quel tripudio di giallo e rosa dell’aurora. Per fortuna non era un sogno, perché udì un dolce “buongiorno” alle sue spalle – il suo neo-marito Turian col pigiama sfatto e con una tazza di tè caldo in mano, ovviamente per l’amata umana. Lei non osò fare altro che intenerirsi e allo stesso tempo rimproverarlo: ― Cosa fai qui, sveglio a quest’ora? Torna al letto!
― Non posso, sharim. – fu la risposta – Ho chiesto un favore a Joker e devo rispettarlo. – dopodiché, prima che potesse ripetergli l’ordine di tornare a dormire, la invitò con gentilezza a fare colazione insieme. Grazie a Dio, i pancake farciti e il tè furono sufficienti a raddolcire la sua principesca moglie umana: ― Pronta a partire? – le chiese infine col sorriso.
Paige lo guardò come se fosse ammattito: ― Per andare dove, esattamente?
Ci fu una pausa prima di rispondere, sempre con fare misterioso: ― Se te lo dicessi adesso, non sarebbe una sorpresa. Ma ti basta sapere che andremo in un bel posticino al calduccio, perciò mettiti qualcosa di leggero.
Paige ubbidì senza aggiungere altro. Così, dopo un lavaggio sommario e aver indossato un top blu e un paio di pantaloncini N7, impacchettò tutto il necessario e cercò in modo buffo di sistemare gli ultimi ritocchi come raccogliere i capelli in una coda di cavallo e infilarsi le ballerine; anche Garrus si era vestito a tema e i due poterono infilarsi a bordo della Normandy il più velocemente possibile prima che potesse partire con a bordo l’equipaggio mezzo addormentato. La sua comandante invece era sveglissima, merito soprattutto non tanto del tè quanto della curiosità scatenata da Garrus, il quale si rifiutava di rivelarle la natura della loro destinazione. Non si scambiarono nemmeno una mezza parola quando la fregata si catapultò sulla Terra, il cui clima era completamente diverso ora che non c’era più niente e nessuno a minacciarla. Appena sbarcati con i bagagli, i due tesorini proseguirono il tragitto in navetta.
Era agosto, quindi piena estate, e la temperatura era spesso al di sopra dei 30 gradi ma non troppo, per cui non c’era alcun pericolo di morire soffocati dall’afa. Il paesaggio circostante, poi, era ai limiti dell’idilliaco e sembrava incontaminato dalla furia dei Razziatori di dieci anni prima, neanche un edificio o una casa era stato raso al suolo - tuttalpiù erano un po’ decadenti, ma era normale. Tuttavia, non era questa la destinazione finale, ma solo un po’ più in là, a sud-ovest, verso il Mediterraneo, fino a che la Kodiak si fermò nei pressi di una deliziosa casetta a due piani con vista sul mare, e in quanto tale dava accesso a una piccola spiaggia attraverso una lunga rampa di scale scolpite nella pietra: ― Eccoci arrivati! – annunciò Garrus mentre scendeva dal veicolo, seguito subito dopo da Paige.
Uscirono all’aria aperta mano nella mano, fino alla porta d’ingresso alla fine di un vialetto lastricato, al riparo dal sole bollente sotto un portico le cui colonne erano avvolte da ciuffi di profumatissime rose rosse della rara varietà “Re Alistair”. Sulla soglia, esattamente sotto i loro piedi, campeggiava un divertente zerbino di “non benvenuto”, forse messo lì apposta per tenere lontani i malintenzionati. Mentre Garrus si affannò a trovare la chiave, Paige osservò le delicate pareti esterne dell’edificio a buccia d’arancia e rivestite di bianco, affinché gli interni restassero sempre freschi durante le ore più calde; svoltato l’angolo, ecco spuntare un piccolo giardino col manto erboso più vicino a una moquette che a un prato vero, per quanto era soffice e ben curato, ed era munito di qualsiasi cosa rendesse perfetto quell’angolo di paradiso: c’era perfino un vecchio albero centenario con la chioma ancora intatta, sotto il quale era allestito un tavolo e un pugno di sedie tutte intorno e un’adorabile altalena con la seduta a forma di divano, abbastanza grande da accogliere tre persone. Da quella posizione si riusciva a scorgere una veranda con la balaustra in vetro e acciaio, arredata con un armadio per gli attrezzi e una panchina... su cui poter sedersi e ammirare le stelle da un altro punto di vista. Appena buttò un occhio all’orizzonte, verso il mare, vide il relitto del tutto inerte di un Razziatore, o quel che ne restava, abbandonato in un angolo sulla sabbia – motivo per cui quella mini-spiaggia era deserta.
Ora era possibile entrare in casa. Subito dopo l’ingresso, ci si ritrovava in cucina, con i top bianchi e i corpi rosso ciliegia, e il frigo e le dispense erano già riforniti di cibo per levo e destro-amminoacidi, tutti in comparti separati per evitare brutte sorprese. A poco a poco Paige capì che Garrus le aveva regalato una nuova casa, ma non disse nulla e guardò oltre. Come ho già detto, l'edificio aveva così tante stanze che si estendeva su due piani, e il soggiorno - posto a destra della cucina - copriva quasi tutto lo spazio del piano terra. Due divani in velluto scuro, uno a due posti e l’altro a tre, erano disposti ad angolo proprio di fronte a un caminetto elettrico incassato nel muro, mentre alle spalle si presentava un tavolo rotondo di cristallo attorno al quale, per il momento, c’erano solo due sedie imbottite con la seduta tempestata di stelle. Sempre nei pressi della porta d’ingresso c’era una rampa di scale per l’accesso al piano superiore.
La parete principale del corridoio sfoggiava una gigantografia della Normandy e con tutti i membri dell’equipaggio ritratti con la tecnica delle silhouette sul lato sinistro, mentre quello destro era occupato dall’elenco dei caduti proprio come nel memoriale sulla sua ex nave. Tuttavia, la prima stanza era la camera matrimoniale, nella quale il rosa e il blu erano in completa sintonia a partire della stampa gigante posta dietro il letto: per Paige aveva un’aria familiare, perché rappresentava uno dei suoi disegni a silhouette, più precisamente la sua “Archangel e Peacewalker” - una figura maschile in blu con l’aspetto a cavallo tra Batman e Garrus con tanto di mantello e maschera e una femminile in rosa somigliante a una fata, che si tenevano per mano e si guardavano teneramente negli occhi. Se l’armadio era già colmo di vestiti di ogni sorta e il letto provvisto di lenzuola pulite e profumate, voleva dire che anche quella stanza era ben fornita. Lì c’era una specchiera con portacipria, sul cui piano di lavoro Paige trovò una cassetta piena di gioielli e un angolino perfetto dove posare la foto dei suoi genitori adottivi. Accanto alla stanza da letto c’era, ovviamente, il bagno e la porta dopo ancora recava il cartello “Ripostiglio” e quando vi entrò... altro che ripostiglio! Sembrava l’armadietto dei gadget dei supereroi, alle cui pareti erano appesi i fucili preferiti di Garrus – incluso il Black Widow col cuore - e su quella attigua le sue mitragliatrici tra cui la Tempest. Sotto di esse, una scrivania vintage tutta rattoppata su cui modificare le armi e un armadio per corazze in fondo allo stanzino completavano l’arredamento di questo insolito ambiente. Altro ambiente insolito era la seconda porta col cartellino, che questa volta diceva “L’angolo di Peacy”: era il suo studio in cui metteva in mostra il suo talento artistico durante i ritagli di tempo libero, e anche i suoi libri preferiti come i racconti mitologici, i romanzi più famosi del momento e i suoi stessi manoscritti avevano un posto riservato! Oltre a queste meraviglie, però, lei non poteva andare, perché le ultime tre porte erano chiuse a chiave ed era impossibile sbirciare al suo interno.
Quando Garrus fece finalmente capolino, curioso di sapere come avrebbe reagito la sua donna, rimase molto deluso; lei non era solo felice, ma tutto ciò che vedeva le era piaciuto moltissimo... aveva centrato l’obiettivo! Ecco perché lei quasi gli saltò addosso e lo ringraziò con un tenero bacio: ― Hai fatto tu tutto questo? – gli sussurrò – È bellissimo!
― Non tutto da solo. – sussurrò lui a sua volta, abbracciandola – Ho chiesto aiuto a Joker, Michael e tutti gli altri... ed è tutto nostro! Inoltre, a parte la Normandy, non abbiamo nessun posto da chiamare casa, così... – non riuscì a finire la frase, poiché Paige gli serrò le labbra con un altro bacio, più grande, a dimostrazione di quanto lo amasse.
Solo il suono delle parole "tutto nostro" provocarono in Paige un senso di pace e calma, e sollevò lo sguardo verso gli occhi cerulei di Garrus mentre sul volto sfoggiò un altro splendido sorriso prima di mormorare con un filo di voce: ― Grazie, caro... per ciò che hai fatto e per avermi accettata come moglie. Hai perfino indossato un abito della mia specie riadattato... e gli elementi umani nella cerimonia mi sono davvero piaciuti.
― E io ringrazio te, sharim, per lo stesso motivo. Sono certo che apprezzerai ancora la cultura Turian. - poi, accarezzando dolcemente il viso, le chiese: ― Ora, c'è qualcos'altro che posso fare per te?
― Ho sempre voluto vedere il mare...
Non poteva fare altro che accontentarla. Preso un telo colorato, passarono per la grande porta di vetro sul retro, poi scesero la scalinata in pietra che si affacciava sulla spiaggia e si fermarono per un momento. Paige non vedeva una cosa del genere da anni ed era bellissimo poter di nuovo sentire la sabbia sotto i piedi, per questo si tolse le scarpe e proseguì fino ai margini del bagnasciuga dove posò a terra il telo su cui sedersi – Garrus, con un’espressione mista a curiosità e paura, si limitò a seguirla, come al solito mano nella mano.
Era una giornata perfetta, il sole era appena sorto e una brezza leggera rendeva tiepida l’aria circostante; Garrus se ne stette misteriosamente in silenzio a guardarsi intorno, come se fosse la prima spiaggia che visitava... e infatti lo era, visto che su Palaven neanche esistevano, perciò tutto ciò che vedeva era nuovo per lui! Intanto Paige si fermò e si sedette sul telo, invitando il Turian a fare altrettanto con un cenno della mano e un sorriso; dopodiché anche lui si tolse le scarpe, per sentire quella stessa sensazione della sabbia tra le dita. Solo che era un po’ diversa, per i suoi piedi punteggiati di scaglie, ma gli piaceva.
Mentre si lasciava cullare dall’incresparsi delle onde sulla riva, Paige abbandonò lentamente la testa sulla spalla di Garrus, lo sguardo rivolto verso l’immenso tappeto blu e le mani di entrambi sempre più intrecciate tra loro: ― Chi avrebbe detto che mi sarei ritrovata sulla spiaggia accanto a un Razziatore morto e senza temere di essere indottrinata? – disse improvvisamente l’umana, assaporando un po’ d’aria salmastra – Ancora non riesco a credere che ce l’abbiamo fatta. Sono tornata a casa viva... tu sei vivo!
― Ti avevo dato un ordine e tu l’hai eseguito. – aggiunse il Turian, guardandola negli occhi – Se non fosse stato per me, ora ti avrei preso a calci!
L’altra sogghignò di gusto alla battuta, apprezzando il tono sarcastico della stessa: ― Come potrei mai ignorare l’ordine del mio ufficiale Turian preferito?
― Come ha detto tua madre, sei certamente qualcosa: il mio angelo custode, la mia eroina... senza di te, oggi sarei ancora quel giovane e impacciato agente dell’SSC e, be’... sarei anche morto. Da quando sei entrata nella mia vita, mi hai aperto gli occhi. E non sarei diventato il supereroe Turian “buono e carino” che sono oggi!
Paige si fece attenta, sospirando delicatamente; con gli occhi da cerbiatto fissi su di lui, i lunghi capelli scuri al vento e le labbra rosee piegate in un leggero sorriso la facevano apparire così perfetta: ― Quello che sto cercando di dirti è che non riesco a immaginare una vita senza di te. Sei la donna migliore che io abbia incontrato, più forte di qualunque altro Turian, e tanto potente da distruggere i Razziatori... e non parlo solo dei tuoi poteri biotici! So che apparteniamo a due specie diverse, ma questo non ha intaccato quello che provo per te e quanto io ti trovi bella...
Colpito e affondato! Aveva appena pronunciato le paroline magiche per farlo diventare paonazzo per l’imbarazzo e far ridere l’umana che aveva di fronte; cavolo, andavo così bene, pensò. Ma il riso lasciò spazio alla gioia, e Paige strinse forte suo marito e lo riempì di amore, con un unico bacio appassionato che venne ricambiato immediatamente: ― Paige, io... – ansimò Garrus, in un modo simile all’ultima notte a Londra – Ti amo anch’io. Ora posso considerarmi il Turian più fortunato di questa dannata galassia!
Ma se questa potrebbe essere la parte più bella della storia, come tutte le fiabe anch’essa ha dei lati oscuri. E Paige lo scoprì a caro prezzo diverso tempo dopo...
Era autunno, fuori pioveva. Sua madre aveva lasciato per lei un borsone pieno di vestiti nuovi, per ora tutti estivi, poi udì dei mugolii provenire dalla sua stanza, e non erano per nulla allegri - sembravano quelli di una persona che piangeva per qualcosa. Paige allora si precipitò in stanza e vide Garrus effettivamente triste e singhiozzava, seduto sul letto, con un datapad in mano. Inutili i tentativi di chiedergli se stesse bene, in lui c'era sicuramente qualcosa che non andava, a cominciare dal messaggio sul piccolo computer: «Il dottore ha detto che non le resta molto da vivere. La sindrome di Corpalis è già in uno stadio troppo avanzato per iniziare la terapia. Tutto ciò che possiamo fare è assicurarci che stia bene finché il tempo glielo concede». Purtroppo quel messaggio era giunto troppo tardi, perché il testo seguente annunciava la funesta notizia della morte della paziente, e non una qualsiasi... era la madre di Garrus.
In effetti il Turian non parlava spesso di suo padre da quando aveva conosciuto Paige, ma mai dell'altro genitore, forse per evitare di raccontarle che era malata da lungo tempo e, di conseguenza, non voleva portare altro dolore... e così era stato. Ora l'umana voleva dirgli qualcosa per consolarlo, ma non ci riusciva; non sapeva neanche se fosse pronta a farlo. Gli rivolse comunque la parola poco dopo, a distoglierlo dal vortice dei suoi pensieri, gli occhi ammiccanti nel tentativo di riportarlo alla realtà. Paige era in piedi davanti a lui, coi capelli al vento e il vestitino rosso lungo fino alle ginocchia, poi gli si sedette accanto per abbracciarlo più forte che poteva senza mai smettere di sentire i suoi singhiozzi e le lacrime che le inumidivano il viso - erano fredde come le gocce di pioggia invernale. Quando infine Paige ruppe il silenzio, le sue parole le uscivano dal cuore: ― Se c'è una cosa che ho imparato da perdite come queste, è non lasciarsi sopraffare troppo dal dolore e guardare avanti. Certo, hai perso tua madre, ma ti restano ancora un padre, una sorella e una moglie affettuosa che ti sosterrà sempre anche nelle ore più buie. Tu sei un guerriero, non un bambino, perciò devi essere forte anche di fronte alla morte. E non preoccuparti per tua madre; ovunque sia, sono certa che ti osserverà dall'alto... come uno spirito benevolo!
Quanto gli piaceva quel sorriso. Un piccolo gesto che scacciò del tutto o in parte la sensazione di morte che li avvolgeva entrambi, e l'umana non poté fare altro che guardarlo dritto negli occhi nel bel mezzo della stanza stranamente silenziosa, nella quale fino a poco prima riecheggiavano i singhiozzi del Turian. Lui si schiarì la voce, il volto imporporato dall'imbarazzo: ora sarebbe arrivata la parte in cui l'avrebbe trascinata a letto, dopo averle strappato i vestiti di dosso, e si sarebbe scatenato sotto le lenzuola, accecato dall'amore e dal desiderio di averla solo per sé... peccato però che tutto questo accadesse solo nei film e nei scandalosi video che gli aveva passato Joker! Garrus non era stupido, solo inesperto in questa nuova visione del rapporto di coppia: sapeva solo che l'amava più delle stelle della galassia e più di chiunque altro in vita sua. Ma quando Paige gli sorrideva in quel modo, così genuino, gli era impossibile convertire i suoi pensieri in parole, e ciò lo rendeva incredibilmente felice. Si sentiva al sicuro, tra le braccia di un'umana, solo che ad ogni sorriso gli cresceva il proverbiale mal di pancia dovuto a... com'è che si dice tra gli umani? Ah, ecco: avere le farfalle nello stomaco! Con gli occhi ancora umidi, allungò una mano sulla spalla della donna prima di trascinarla per tutta la lunghezza del braccio, in una carezza; dopodiché Paige riprese a parlare:  So che questa perdita ti pesa, Garrus, ma voglio che tu sia felice... almeno per me. - poi, per istinto, lo strinse in un caloroso abbraccio, stampandogli dei piccoli baci sul collo per consolarlo. Nello sentire così tanto affetto, il Turian finalmente sorrise come se le dicesse: «Sto bene, grazie a te».


***

Il mondo, tutt'intorno a lui, stava cadendo a pezzi. Esplosioni spaventose squarciavano il terreno, rumori di spari quasi dappertutto. La testa gli ronzava per lo shock, un trauma, sopraffatto dalla forma più pura di rabbia che avesse mai provato. Delle parole dolci-amare riecheggiavano nella mente, nel cuore, in ciò che gli umani chiamano anima. Gli riempivano il cervello di immagini del suo sorriso, il più perfetto che avesse visto, in contrasto col sangue e il volto segnato dalla stanchezza: «Ti amerò sempre».
Ci erano voluti tre uomini - Tali compresa, che era con lui - per trascinarlo a bordo della Normandy e impedirgli di prendere una navetta e tornare giù, in quell'inferno troppo pericoloso; perfino il suo migliore amico Michael osò sferrargli una gomitata per farlo rinsavire prima che, impazzito dal desiderio di rincorrere la donna che amava, cercasse di compiere qualche gesto azzardato. Volavano ingiurie tra lui, il Turian e l'altro ufficiale umano, il tenente Williams, la quale gli urlò in faccia qualcosa mentre cercava di tamponare le ferite inferte poco prima. Garrus voleva urlare di dolore, ma era tale che quasi non riusciva a contenerlo: Aprite quelle fottute porte! - era tutto ciò che la gola, tesa al massimo, gli permetteva di articolare, sordo ai richiami dei compagni. Quella follia doveva finire, così Ashley, rassegnata, lo trascinò accompagnata da Michael verso un angolo su cui sedersi... o perlomeno nel tentativo di metterlo in salvo, per ordini della Comandante Peacewalker. Anzi, di Paige W. Shepard. Da sola in mezzo a quel casino, aldilà di quelle maledette placche metalliche, oltre le quali Cortez non poteva più avventurarsi. La sua comandante... l'amore della sua vita! No, non poteva lasciarla da sola. Era troppo per lui, lo stava distruggendo dall'interno, e... no, non ne poteva più! Approfittare della Normandy non ancora staccatasi da terra, forzare il portellone e saltare giù, a combattere l'ultima battaglia al suo fianco, morire al suo fianco. 
Con la vista appannata, gli effetti di essere stato strattonato da due persone cominciavano a sentire. Scosso, nauseato, quasi cadde a bocconi sulla terraferma. Fu allora che iniziò a sputare sangue, ne colava perfino da sotto la corazza, dal volto, dalle gambe: ― Lo avevi promesso. - mormorò, con un filo di voce.
Alzati, Garrus! - gli urlò Michael, mentre cercava di tirarlo su, aiutato da Ash - Così peggiori solo le cose!
― Se la caverà, se solo...
― Non è mentendogli che riusciremo a farlo stare meglio. Paige sta facendo il suo dovere, è un'eroina dopotutto. So che vinceremo questa dannata guerra!
Anche "Mickey" - così Garrus era solito chiamare l'amico biotico - stava sbraitando ma il Turian non prestava ascolto; si era ormai smarrito da qualche parte in un fazzoletto di galassia vuota e noiosa senza stelle, alcune delle quali piovevano dal cielo come palle di fuoco. Una mano, vuota e indolenzita, annaspava sul ginocchio in cerca di qualcosa... aveva perso il fucile, aveva perso Paige, aveva perso la battaglia. Un ultimo sussurro: ― Lo avevi promesso. 
Con le ultime energie rimaste in corpo, guardò alla finestra: fiamme dappertutto e fumo tagliato in due dalla cruda luce dei laser. Poi uno spesso velo nero gli offuscò la vista e si addormentò su un fianco. Il mondo non era mai stato così buio.

***

Gli occhi di Paige si aprirono all'improvviso appena sentì qualcuno ansimare, proprio sotto il suo naso. Mettendosi a sedere nel letto, soltanto un istante dopo si accorse con stupore che Garrus si era improvvisamente svegliato con un sussulto quasi allo stesso modo della stessa Paige dopo i continui incubi che la tormentavano durante la notte, nella Guerra dei Razziatori... gli "incubi del bambino in fiamme", li chiamava. 
Il Turian era letteralmente nel panico, respirava a stento, aveva perfino pianto nel sonno! Paige gli concesse un minuto per ricordargli dove si trovava e che tutto ciò che aveva sognato non era la realtà, poi gli rivolse la parola, preoccupata: ― Brutto sogno?
― Non è una cosa che mi capita spesso, sai? - fu la risposta. Neanche le dolci carezze di Paige riuscirono a calmarlo, eppure ne aveva il potere la voce dell'umana, soffice e tenera, che gli chiedeva gentilmente di raccontare cosa avesse sognato di tanto terribile.
Garrus sospirò, il suo cuore si era già rilassato e tornò quasi alla normalità nel momento in cui lei gli afferrò teneramente una mano. Intanto, più i due parlavano, più la fitta al petto si scioglieva fino a che il buonumore cancellò ogni traccia di dolore. Erano comunque dei veterani, quindi capitava che almeno uno dei due avrebbe sofferto di disturbo post-traumatico da stress, seppur fossero solo episodi estremamente rari... come quello che era appena capitato allo sfortunato Turian! Morire da solo, dopo aver lasciato la comandante che amava a svolgere il suo dovere, e forse aspettarla da solo al bar in Paradiso... no, il loro destino era morire insieme di vecchiaia, nella loro casa, magari con due o tre figli! Alla fine Garrus si rituffò tra i cuscini e allungò le braccia verso Paige per avvolgerla in un caldo abbraccio, premendo il naso contro il viso e inspirando a fino quasi come se volesse assaporare a fondo il profumo della sua pelle e quello di menta fresca del quale erano impregnati i suoi capelli, il suo shampoo preferito: ― Parla ancora, ti prego! - le supplicò a bassa voce - Dimmi qualsiasi cosa, o canta una canzone, basta che continui a parlare.
Ricambiando l'abbraccio, Paige lo sentiva già sbadigliare, ma era troppo tardi per cantagli qualcosa e anche lei aveva bisogno di riaddormentarsi. Perciò si limitò a dirgli la cosa più semplice del mondo, con quel famoso sorriso che gli riscaldava il cuore: ― Sappi solo che ti amo, e ti amerò sempre.
― Ti amo anch'io, sharim. - e da quel momento il sonno tornò sereno e felice.
Era già trascorso un anno. Quella mattina fu una giornata apparentemente normale, o quasi. Paige fu svegliata dal suono del mare proveniente dalla finestra; lei amava il mare, nonostante il breve tempo che le aveva dedicato a causa del volo spaziale, ma non c’era nulla di più rilassante dello scroscio delle onde che s’infrangevano sulla sabbia. I gabbiani starnazzavano, il sole era appena spuntato nel cielo, e la bella principessa lentamente si destò dal mondo dei sogni. Voleva solo portarsi una coperta e scendere in spiaggia a godersi l’alba insieme all’uomo che amava... un adorabile Turian dal comportamento sempre più vicino a quello di un umano.
Sebbene il tocco delicato delle dita di Paige non avesse perso il loro potere rilassante, Garrus continuava ad avere gli incubi sulla sua precedente vita da soldato e lei lo sapeva, poiché anche Paige in passato soffriva d’insonnia a causa dei continui brutti sogni... ma basta guardarsi allo specchio che tutto ciò che aveva vissuto non era reale. I tatuaggi del clan Vakarian in bella mostra sul viso rendevano impossibile pensare ad altro. Per l’ex arcangelo di Omega aveva bisogno di vederla, toccarla, sentire la vita scorrere sulla sua pelle prima di poter rilassarsi davvero. Non c’è Shepard senza Vakarian, dopotutto, no?

*** FINE ***

lunedì 20 agosto 2018

Mass Effect Trilogy: analisi dettagliata del mondo di Peacewalker

Lo scorso aprile abbiamo descritto in dettaglio il protagonista della Trilogia, adesso vediamo quali sono le differenze riscontrate rispetto al MASS EFFECT originale, setacciando anche nei dettagli più piccoli che rendono unica questa novelization.

Punto uno. L'infanzia di Shepard
Shepard in abiti casual. Fan-Art digitale dell'artista DeviantArt Lumen-Terra (2018).
La Trilogia originale di MASS EFFECT glissa sulle avventure giovanili di Shepard, forse facendo sì che sia il giocatore stesso a immaginare cosa faceva il protagonista prima di arruolarsi. Florence Castle, come sappiamo, ha costruito per la sua Paige un profilo da Terrestre/Superstite ma aggiunge qualche piccolo dettaglio circa la sua infanzia in modo da far apparire il personaggio molto più tridimensionale rispetto ai canoni costruiti da BioWare e soci: sappiamo infatti che la protagonista è nata e cresciuta sulla Terra come "Paige White" e che non ha conosciuto i suoi veri genitori. "White", inoltre, è un cognome di origine anglosassone e Castle ha pensato bene di darle i natali a Manchester e non a Londra - patria peraltro del suo futuro capitano, David Anderson. Fin qui tutto bene, eccezion fatta per il manifestarsi dei poteri biotici che suscitano l’interesse di un’organizzazione segreta senza nome (che verrà poi ufficiata dal cosiddetto "Uomo Misterioso" sotto il nome di Cerberus) fino a rapirla insieme a tanti altri ragazzini come lei. Insomma, un infanzia del tutto identica a quella di Jack, la potente biotica conosciuta anche come "Soggetto Zero", con la differenza che Paige viene in seguito liberata grazie a un fortunato raid dell'Alleanza e solo tempo dopo adotterà il celebre cognome di Shepard. Tuttavia, non è ancora chiaro in che modo Paige l'abbia adottato e Castle sembra sicura di svelarne il mistero in una futura pubblicazione.

Punto due. La squadra
Foto di gruppo dei membri passati e presenti della Normandy, dal DLC "La Cittadella" di MASS EFFECT 3 (2012). Sono riconoscibili Ashley come membro umano superstite dal primo capitolo e Garrus come relazione di Shepard.
Si è già accennato il fatto che Paige non può vincere le battaglie più pericolose se non con il supporto dei suoi cari compagni, ma non abbiamo menzionato quali rapporti intercorrono tra lei e ogni singolo membro della Normandy, qual è il suo livello di amicizia nei confronti di ognuno di essi, e così via. E non possiamo non cominciare con i membri umani che hanno accompagnato Paige nella sua primissima avventura: il tenente Kaidan Alenko e l'artigliere capo Ashley Williams.
Biotico L2 il primo e soldatessa la seconda, i due instaurano con la protagonista rapporti diametralmente opposti: in primo luogo, Kaidan tenta più e più volte di esprimere tutto l'affetto che prova per Paige giacché quest'ultima, come il tenente stesso, è una biotica da un passato difficile e estremamente emotiva; elementi in comune che, però, si riveleranno insufficienti per gettare le basi di una relazione stabile. Relazione peraltro già condannata in partenza dalla presenza di Liara T'Soni, nella quale tuttavia Paige vede una sorella che non ha mai avuto. Il rifiuto delle attenzioni di Kaidan non è dovuto a voler cedere al fascino dell'Asari ma voler piuttosto costruire le fondamenta di quella che diventerà la relazione romantica preferita dalle fan della Trilogia... ma questa è un'altra storia. In secondo luogo, la presenza di Ashley non è solo giustificata dall'amore dell'autrice per gli eroi femminili ma anche per l'elemento in comune della condotta da superstite (è l'ultimo soldato rimasto dell'unità 212 di stanza su Eden Prime) e la tenera sensibilità tipica del gentil sesso. Inoltre, per quanto sia disposta a sacrificarsi per salvare la faccia della comandante, questa non può lasciarla al suo destino come una "martire" pronta a tutto. Questa fiducia reciproca si conclude ben presto in un'amicizia quasi fraterna.
Per quanto riguarda gli altri membri, Paige sembra aggrapparsi più di frequente a quelli che conosce da più tempo come la succitata Liara o la ragazza Quarian Tali'Zorah - la quale, ironicamente, accompagna la comandante nella maggior parte delle avventure rispetto all'Asari. Anche gli alleati maschili sono ridotti a pochi elementi, due per la precisione: da una parte troviamo un gigante forzuto armato di fucile che viene descritto per la prima volta come "un cacciatore di taglie Krogan ingaggiato dall'Ombra per eliminare un pericoloso criminale" e che risponde la nome di Wrex; dall'altra un Turian dapprima agente SSC e poi vigilante i cui unici punti deboli sono le ingiustizie e la sua stessa comandante... ahimè, sapete già di chi sto parlando.

Punto tre. La relazione
Paige e Garrus insieme. Fan-Art digitale dell'artista DeviantArt Lumen-Terra (2018).
Se esiste un compagno che più di tutti riesce a strappare un sorriso alla sfortunata orfana di Manchester è certamente il vigilante Turian noto come Archangel. In realtà, questo è solo il nome in codice dell'ex agente SSC Garrus Vakarian, storico compagno di squadra presente fin dall'inizio della trilogia, il cui rapporto iniziale con Paige è paragonabile a quello di maestro e allievo - o, se vi piacciono i Transformers, a quello tra Optimus Prime e Bumblebee nelle iterazioni più moderne. La simbiosi tra i due, però, non si attiva immediatamente come accade con le sotto-trame di Liara, Ashley e/o Kaidan nel primo capitolo, ma solo dal secondo MASS EFFECT in poi, punto che peraltro non è stato molto gradito dalla maggior parte dei giocatori. Eppure tale scelta è stata voluta probabilmente come tentativo di emulare una relazione romantica realistica seguendo lo schema amicizia/infatuazione/innamoramento, ed è anche una relazione alternativa disponibile nella seconda parte del fumetto interattivo Genesis 2, l'antefatto DLC per MASS EFFECT 3. Ora la domanda è: perché proprio lui e non un altro maschio? Per rispondere dovremo analizzare insieme la psiche della protagonista e del suo partner: sebbene siano fisicamente incompatibili (i Turian sono basati sui destro-amminoacidi, come confermato nel Codex del gioco), il loro background sono segnati dalle profonde cicatrici lasciate dalla morte delle loro rispettive squadre, causata da un Divoratore nel caso di Paige e da un compagno traditore in quello di Garrus. Ciò porta a far pensare che entrambi non sopportino l'idea che "l’uno non potrebbe mai farcela senza l’altra" e che basterebbe anche un solo piccolo errore per rovinare l'equilibrio; ecco perché Paige vede in Garrus come l'unico salvagente che la salverebbe dall'abisso della solitudine e dal senso di colpa di non aver fatto un buon lavoro. Il suo subconscio dunque trasmette un preciso messaggio latente, dovuto soprattutto a quella sensazione di doppia personalità, quasi fosse l'altra faccia della stessa medaglia che rappresenta una qualità del tutto opposta a quella tipica del Turian di cui sopra: da fedele amico passa a partner dolce e premuroso nel corso della Trilogia in un crescendo leggero e delicato - citando testualmente il personaggio in un punto del DLC Leviatano, l'amore che nutre per Paige lo ha "trasformato in una persona timorosa di perdere ciò a cui tiene".
Tuttavia, Garrus tecnicamente non sarebbe in grado di conquistare il cuore della sua stessa comandante, in quanto egli "se coinvolto in discussioni a sfondo sentimentale, si dimostra piuttosto goffo e impacciato, mostrando una timidezza che mai si vedrebbe con uno Shepard maschio." (fonte: Wikipedia, l'enciclopedia libera); e infatti questa duplice personalità suscita in una vasta fetta di giocatrici della saga un interesse al limite del morboso nei confronti del personaggio, quasi allo stesso livello del pubblico maschile nei confronti di Liara o delle Asari in genere. Non a caso, una minima parte del campione trova questo aspetto ridicolo e per nulla consono per un personaggio tipicamente guerriero - un'utente di nome Midna, del canale YouTube PlayerInsideTV, rientra in questa categoria, come si vede in questo approfondimento sulle relazioni della Trilogia, pubblicato quattro anni fa. Quello che in effetti ha lasciato tutti a bocca asciutta è la mancanza quasi totale di sequenze romantiche degne di questo nome, oppure presenti ma così "infantili" da avvicinarsi a quelle a cui siamo abituati a vedere nelle favole Disney più famose, tra cui La Bella e la Bestia. Certo, possiamo solo immaginare i due protagonisti scambiarsi un bacio o intenti qualche momento "intimo" quando la telecamera cambia angolazione e/o sfuma sul nero, ma la magia di questa sotto-trama consiste proprio in questo: convincere il giocatore a vivere il tutto come una favola dal finale tragico e senza sapere con certezza il destino dell’eroina. E la presenza delle rose, tanto il fiore quanto il profumo, non solo sembra un vago richiamo al personaggio di Alistair in Dragon Age: Origins (un altro videogame figlio della BioWare), ma chiama in causa anche la celeberrima favola di Amore e Psiche narrata nell'opera L'Asino d'Oro di Apuleio, giacché le rose rosse (simbolo dell'amore per eccellenza) sono il fiore sacro dello stesso Cupido o, più nello specifico, della dea Afrodite.

Punto quattro. Cambio di personaggi
Shepard affronta Tela Vasir, dal DLC "L'Ombra" di MASS EFFECT 2 (2010). Fan-Art digitale dell'artista DeviantArt Altariah (2013).
Capita raramente che Castle modifichi la trama di una storia o la arricchisce con elementi inediti, meno raramente invece è la sostituzione di alcuni personaggi all'interno della storia stessa; MASS EFFECT non fa eccezione. Castle prova una certa repulsione verso quegli elementi considerati solo "di contorno" nell'arazzo della sua novelization e punta dunque a una drastica modifica al cast presentando ad esempio una nuova Asari, una ex commando di nome Peonia T'Veris. Costei andrà a sostituire lo Spettro traditore Tela Vasir (un'Asari anche lei) nel DLC di MASS EFFECT 2 dal titolo "L'Ombra", ma con una piccola variante: alla fine la traditrice non morirà dopo il duello con Shepard e Liara ma riesce a uscirne viva "per il rotto della cuffia" e covando vendetta nei confronti della protagonista - e questa falsariga del rivale numero uno sembra copia-incollato dall'effettivo arcinemico che incontreremo in MASS EFFECT 3, l'assassino di Cerberus Kai Leng. Ma chi è questa Peonia? Castle ce la descrive così:
«Una delle Asari che attivamente si è schierata contro l’umanità fu Peonia T’Veris. Ella su Thessia era la più brillante agente del leggendario corpo delle Commando e fin da quando era poco più che una Dama sognava di diventare uno Spettro. Tale sogno le fu rubato quando fu ritenuta non idonea allo status di Spettro durante la selezione del 2183, poiché quel posto fu concesso all’umana Paige W. Shepard e appena tre anni dopo un altro umano ottenne quell’onore e lei invece fu ancora una volta scartata. Da allora Peonia fu corrosa dall’odio e dall’invidia fino al midollo, al punto che i suoi poteri biotici si amplificarono di pari passo con la sua rabbia. Lei continuava a chiedersi perché due umani sono stati ritenuti idonei e lei che era un’Asari, cioè una rappresentante della specie più avanzata del Consiglio, non lo è stata? Questa dimenticanza doveva essere punita severamente, così si era di recente posta a capo di un gruppo di guerriere, perlopiù Ricognitori ed ex mercenarie Eclipse, al fine di condurre la sua personale campagna contro gli umani.»
La seconda variante è l'introduzione di un nuovo compagno di squadra nel terzo capitolo della Trilogia, che come spiegato grossolanamente nel documento di presentazione di Paige W. Shepard all'inizio, andrà a sostituire il tenente James Vega. Si tratta di un personaggio di recente meglio sviluppato e risponde al nome di Michael Usher, del quale ce ne occuperemo in futuro.

Punto cinque. Il finale
Garrus al memoriale della Normandy, dal finale Extended Cut di MASS EFFECT 3 (2012). In questa scena in particolare, conseguenza della scelta Distruzione con una Potenza Militare Effettiva superiore ai 3100 punti, il Turian è riluttante nell'appendere la targa di Shepard in quanto nutre una piccola speranza che ella sia sopravvissuta.
Anche il finale della novelization risulta diverso da quello canonico del gioco. A tal proposito TheLoneInquisitor (utente italiana della piattaforma DeviantArt ), in una sua mini-storia pubblicata nell'aprile 2012, riassume così il finale di MASS EFFECT 3, fornendo nel contempo alcune delucidazioni che smentirebbero la famigerata Teoria dell'Indottrinamento:
«È probabile che l’Araldo alteri la percezione della realtà di Shepard affinché la convinca a scegliere la Sintesi, sebbene ella si trovi dentro il Crucibolo. Non è un sogno, non vediamo com’è realmente la macchina dall’interno né la vera essenza dell’Araldo, ma solo ciò che egli vuole che vediamo. Shepard è tuttavia cosciente e le sue azioni sono reali, seppur traslate in una realtà che percepisce in modo distorto. In seguito, l’Uomo Misterioso viene portato sulla Cittadella dall’Araldo, il quale tenta invano di avvicinarlo alla Sintesi, giacché egli resta fermo al poter controllare i Razziatori. Peccato che sia già stato indottrinato, è lui stesso a essere controllato, di conseguenza il Crucibolo deve essere attivato da una mente libera per poterlo usare contro i Razziatori. Ecco perché essi attendono l’arrivo di Shepard, ferita gravemente, e poi trasportarla al Crucibolo. È qui che l’Araldo confonde la comandante per indebolire la sua volontà e spingerla a scegliere la Sintesi, ossia ciò che i Razziatori hanno sempre desiderato. Per questo motivo il Catalizzatore si manifesta nelle sembianze del bambino dell’attacco alla Terra [simbolo di tutti gli umani che Shepard non è riuscita a salvare], ed è anche la ragione per cui egli mente affermando che la distruzione del nemico annienterebbe di riflesso anche tutte le forme di vita sintetiche. Probabilmente, l’immagine dell’Uomo Misterioso nel finale insieme a Shepard non è reale ma rappresenta la facciata indebolita dalla sua mente, facilmente indottrinabile, mentre Anderson raffigura il lato lucido e forte; dunque l’Araldo sfrutta tali figure emotivamente instabili a proprio vantaggio, atte a indebolire la volontà della protagonista.»
Tutto questo è reso possibile anche alla correzione di alcune (e perlopiù fastidiose) incongruenze riscontrante durante i 10-15 minuti finali della Trilogia, non solo quelle riviste grazie al DLC Extended Cut di MASS EFFECT 3. Partiamo dalla corsa al raggio in quel di Londra: dopo aver caricato i compagni sulla Normandy ed essere stata colpita di striscio dai laser dei Razziatori, Paige resiste per qualche secondo grazie alle proprie barriere biotiche e, quando si ritrova a terra, i Marine superstiti annunciano sì che il convoglio è stato decimato ma subito dopo si correggono nell'osservare una figura zoppicare verso l'ingresso del trasportatore... Shepard è viva, il che risulta coerente con l'affermazione di Hackett secondo la quale qualcuno è riuscito a salire a bordo della Cittadella. E Anderson? Anche lui è salito a bordo ma prima di Paige, probabilmente perché si trovava in testa al gruppo. Il paesaggio attorno al quale avviene tale scena però non resta inspiegabilmente vuoto come il gioco ci lascia intendere, anzi gli alberi spogli degli incubi di Paige non ci avvertono che ciò che lei sta vivendo non è reale, ma piuttosto rappresenta l'avverarsi delle sue paure più profonde - in particolare, l'impossibilità di non poter "tornare indietro viva" da quell'impresa suicida o, di nuovo, il terrore di non poter salvare tutti in caso di fallimento.
Quando poi Paige si reca sulla Cittadella e affronta l'Uomo Misterioso con Anderson, ella sembra cedere al controllo del nemico come se fosse stata indottrinata... assolutamente falso! Essendo una biotica, Paige è in qualche modo capace di "chiudere" quel lato della sua mente rimasto vulnerabile da così tanti traumi, esattamente come aveva fatto la Matriarca Benezia per impedire che la sua mente finisse totalmente indottrinata da Saren e la Sovereign... a sua volta, ironia della sorte, un Razziatore! Finito il gioco mentale, e dopo che Paige è arrivata finalmente al cospetto del Catalizzatore, parecchi fan della saga si domandano: «E tu, quale destino sceglierai per questi dannati Razziatori?», e per la sua novelization la Castle ha preferito quella più a filo con la trama originale, ovverosia la Distruzione.
Considerando tutti i finali, questo è l’unico che ha senso perché è quello che i ragazzi della BioWare dovevamo fare dall’inizio della serie; e Paige, come già detto, è disposta a fare mille sacrifici per salvare tutti gli altri e il suo obiettivo fin dall’inizio era distruggere i Razziatori affinché i posteri non dovranno sopportare le sue stesse atrocità, nonché proteggere gli organici. Certo, così facendo IDA e i Geth verrebbero disattivati per sempre essendo sintetici, ma nonostante il prezzo troppo alto la promessa è stata mantenuta, i Razziatori sono distrutti... insomma, questa è la decisione della vera Shepard! Naturalmente anche gli eroi hanno bisogno di allontanarsi dal dovere e rilassarsi "da qualche parte ai Tropici" ma promettendo di tornare nel caso una minaccia più grande mettesse in pericolo di nuovo la galassia... e quella minaccia è rappresentata dall’Araldo, che sorprendentemente è sopravvissuto al cataclisma che ha provocato la morte dei suoi “fratelli” Razziatori - questa piccola licenza poetica fungerà da base per il "codino" conclusivo della Trilogia chiamato Aftermath, presto disponibile sulla nostra piattaforma.